[…] «Per noi Gesuiti questo accordo significa tanto perché noi diciamo che nel cuore di ogni Gesuita c’è la Cina. Matteo Ricci è un uomo che si è formato alla cultura rinascimentale e, assorbendo la cultura europea, ha deciso di andare in Cina e questo – proprio la sua formazione – gli ha permesso di dialogare con la cultura di questo grande Paese: se ne è innamorato, l’ha assorbita», spiega Padre Antonio Spadaro. Non solo, i Gesuiti […] non hanno voluto evangelizzare in maniera “integralista” o come missione culturale, «c’è la voglia di incontrare un popolo e le sue idee. Mi ha molto colpito anche che il Global Times, che è un giornale ufficiale cinese, proprio nel giorno dell’Accordo siglato tra Cina e Santa Sede, abbia definito Papa Francesco “il primo Papa Gesuita” e lo abbia collegato direttamente a Matteo Ricci dicendo che quest’uomo, come il suo predecessore, aveva un rapporto e ha un rapporto molto flessibile e dinamico per l’evangelizzazione, capace di amare il suo popolo. Questo mi ha colpito perché questo esattamente è il senso dell’Accordo: costruire una fiducia, amare un popolo». […]

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