Quando una testata cattolica scrive di “Libano in crisi” è bene prestare attenzione. Quando a scegliere questo titolo è “La Civiltà Cattolica” – le cui bozze vengono lette in anticipo dalla Segreteria di Stato del Vaticano – allora vuol dire che l’attenzione è d’obbligo. Ancora di più se l’articolo in questione, firmato da padre Gabriel Khairallah e pubblicato sul numero che sarà in distribuzione da sabato, comincia così: “Dal 2019 lo Stato libanese si sta erodendo giorno per giorno, e questo fenomeno continua a estendersi. Nel mentre, la crisi finanziaria che il Paese sta attraversando è considerata dalla Banca Mondiale come una delle peggiori al mondo dal 1850 ad oggi”. La crisi economica è tale da mettere in discussione la tenuta stessa dello Stato e quanto accaduto in questi giorni, successivi alla stesura dell’articolo, va raccontato proprio per capirne il contesto, in continua evoluzione.

È successo infatti che l’intramontabile presidente della Camera libanese ha incontrato il primo ministro  – in carica per gli affari correnti – e gli ha proposto di rinviare di un mese l’entrata in vigore dell’ora legale. Stava infatti cominciando il Ramadan, le tavole sono quasi ovunque vuote, come costringere i libanesi musulmani a prolungare di un’ora il loro digiuno prima che arrivi il tramonto? Si potrà osservare che lo scrupolo poteva coglierli prima di ridurre sul lastrico i libanesi con condotte scellerate. Ma tant’è. […]

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