In questo 2023 ricorrono 50 anni dalla morte di Jacques Maritain (1882-1973). Non si può dire che sia passato molto tempo, ci sono ricorrenze molto più lunghe e ciononostante i personaggi ricordati dimostrano una sorprendente attualità. Non è così per Maritain, che appare invece un esempio di un’epoca ormai trascorsa. Ricordarlo comporta quindi una certa stanca tristezza, anche di tipo intellettuale.
La sua biografia filosofica dice che purtroppo ha finito per scontentare tutti. Era partito come antimoderno, poi con Umanesimo integrale (1936) ha preso le distanze dalla cristianità, quindi ha pensato ad una nuova cristianità che si interfacciava col modernismo, infine ne Il contadino della Garonna (1966) ha fatto ammenda di alcuni errori, compreso quest’ultimo. Aveva entusiasmato molti, ma ne ha delusi altrettanti perché non esiste un solo ed unico Maritain. L’esame di coscienza del Contadino della Garonna non era così radicale da riconquistare la fiducia degli antimoderni, e non era nemmeno così di maniera da soddisfare i modernisti. Oggi ci si guarda intorno e non si vede quasi nessuno che si rifaccia al suo pensiero. Circoli intitolati a Maritain ce ne sono ancora in giro per l’Italia ma sono esempio di una infatuazione di un tempo. […]
Oggi la Chiesa è andata molto oltre queste posizioni, ed è per questo che di Maritain nessuno si ricorda più, tranne qualche nostalgico come Giovanni Cucci su La Civiltà Cattolica del 4 febbraio.