C’è qualcosa di straordinario nella testimonianza di Emran, naufrago quattordicenne che ha raccontato del suo compagno di disgrazia in Libia: “In Libia mi hanno imprigionato, con me c’era un giovane somalo, era pelle e ossa, volevamo dargli da mangiare ma ce lo hanno impedito. È morto due giorni dopo”. Il suo racconto è emerso mentre non si trovava il modo di dare subito aiuto neanche a un bambino di sette anni che si trovava tra i naufraghi respinti nel Mediterraneo alla vigilia di Natale. […] Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!”. Non a caso in un recente articolo apparso su La Civiltà Cattolica, padre Federico Lombardi ha scritto: “Il rapporto e la collaborazione con le autorità civili vanno sviluppati e coltivati nella prospettiva della verità e della giustizia. Naturalmente le legislazioni e l’autorevolezza delle istituzioni pubbliche sono molto diverse nei vari Paesi e non si può non tenerne conto, ad esempio nella stessa redazione delle «Linee guida». Ma la Chiesa deve dimostrarsi impegnata per la causa della protezione dei minori e delle persone vulnerabili in tutta la società e fare la sua parte con realismo e umiltà. In diverse regioni del mondo o in aree di grande povertà, sfruttamento, migrazioni ecc. si riconosce che il problema è esistente, ma inserito in un contesto più ampio di violenza e di sfruttamento dei minori talmente grave e generalizzato che non sembra giustificato trattare l’abuso sessuale in modo privilegiato rispetto ad altri aspetti: è l’intera condizione dei minori che va risanata. Bisogna perciò saper vedere l’abuso sessuale come un aspetto importante, ma non isolato, della problematica tragica della «cultura dello scarto», che colpisce i piccoli e i deboli”. […]

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