Li ha visti quasi tutti da bambino o da ragazzo i film del cinema italiano, dell’epoca neorealista e non solo, insieme ai genitori nel cinema di quartiere a Buenos Aires, dove si proiettavano anche tre film di seguito, o nei pomeriggi trascorsi a casa di nonna Rosa. Ma di tutte queste pellicole una in particolare a Jorge Mario Bergoglio lo ha colpito nell’anima, tanto da citarla a più riprese in questi anni di pontificato come film dal quale trarre un insegnamento quasi evangelico: La Strada, il capolavoro di Federico Fellini del 1954, vincitore pure di un Oscar, con protagonisti Giulietta Masina, Anthony Quinn e Richard Basehart. “Mi è rimasta nel cuore”, dice Francesco in un breve videomessaggio, realizzato dai media vaticani, in occasione dei settant’anni del film […] tanto da citarlo in una omelia non prevista della Messa per la domenica di Pasqua nel 2017, prima dell’Urbi e Orbi, come ricordava padre Antonio Spadaro nel quaderno 4005 de La Civiltà Cattolica.
A braccio, lentamente, parlando a una Piazza San Pietro gremita, Francesco diceva: “Anche noi, sassolini per terra, in questa terra di dolore, di tragedie, con la fede nel Cristo Risorto abbiamo un senso, in mezzo a tante calamità. Il senso di guardare oltre, il senso di dire: ‘Guarda, non c’è un muro; c’è un orizzonte, c’è la vita, c’è la gioia, c’è la croce con questa ambivalenza. Guarda avanti, non chiuderti. Tu, sassolino, hai un senso nella vita, perché sei un sassolino presso quel sasso, quella pietra che la malvagità del peccato ha scartato”. […]