La presentazione alla Lumsa del volume “Da Bergoglio a Francesco”, curato dal professor Massimo Borghesi per Studium, ha aperto la stagione delle presentazioni di volumi dedicati al decimo anniversario del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, “cui sibi imposuit nominem Franciscus”. È stata l’occasione per una vera e propria lezione del professor Rocco Buttiglione, che ha illustrato ai presenti il tema da lui svolto nel volume e cioè il filo che unisce il pontificato del primo papa latino americano con quello del primo papa polacco.

Due gli argomenti al centro del discorso di Buttiglione: la teologia del popolo e Amoris Laetitia. La lezione di Buttiglione ha scardinato la “teologia del pontificato eretico”, indicando con esempi concreti e ricordi personali come il discorso bergogliano si sia posto in continuità evolutiva con quello di San Giovanni Paolo II.

Quando Woytjla fu eletto per Buttiglione pose subito in chiaro una linea di correzione e non di contrapposizione con la teologia della liberazione: occorre una teologia che parta dall’esperienza concreta dei fedeli, che scelga come opzione privilegiata i poveri, ma non piegandosi o adeguandosi al metodo marxista. “A differenza di altri sapeva già allora che il marxismo era fallito”. Il punto posto da Buttiglione è che questa impostazione, elaborata a Puebla da Giovanni Paolo II, sarebbe stata l’essenza della teologia del popolo di Bergoglio e dei suoi. Il futuro Francesco infatti, come ha rivelato recentemente su La Civiltà Cattolica padre Diego Fares, fece sua la tesi che “i cristiani marxisti nel timore di essere gli ultimi cristiani, si scoprirono gli ultimi marxisti”. […]

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