Venticinque giovani astronomi da tutto il mondo si sono ritrovati presso la sede della Specola vaticana, a Castel Gandolfo, per una nuova edizione delle VOSS (Vatican Observatory Summer School), le Scuole estive intensive di astrofisica, della durata di quattro settimane (dal 4 al 30 giugno). Le VOSS si tengono dal 1986 e sono tra le iniziative più importanti dell’Osservatorio vaticano, fortemente incoraggiate dai Papi, come conferma il fatto che a quasi tutti questi corsi finora è stata riservata un’udienza pontificia privata. Si spera che il corso di quest’anno segni il ritorno al consueto programma biennale, dopo una pausa di cinque anni causata dalla pandemia di Covid-19.
Il tema di questa diciottesima VOSS è «Learning the Universe: Data Science Tools for Astronomical Surveys». Viviana Acquaviva, del Flatiron Institute e della City University of New York, e Željko Ivezić, dell’Università di Washington e dell’Osservatorio Vera C. Rubin, guideranno un gruppo di docenti, fra i quali alcuni esperti mondiali sull’applicazione dei princìpi del Machine Learning agli studi astrofisici.
Il preside della Scuola, p. Alessandro Omizzolo, astronomo della Specola vaticana e dell’INAF/Osservatorio di Padova, ha commentato: «A mano a mano che i telescopi diventano più potenti e gli strumenti di misurazione più sensibili, sono molto cresciuti i dati astronomici che gli scienziati sono chiamati a comprendere. Importanti indagini hanno già misurato miliardi di sorgenti celesti. Altre che stanno per essere avviate, come quella del nuovo Osservatorio Rubin, produrranno cataloghi di decine di miliardi di stelle e galassie e bilioni di misurazioni precise».
L’attuale Scuola estiva si propone di esplorare la scienza che fonda queste ricerche. Presenterà i concetti di Big Data e Machine Learning e proporrà un’esperienza pratica di analisi dei dati che aiuterà gli studenti a utilizzarli nei loro progetti astronomici. Il periodo di studio è finalizzato inoltre a formare e a consolidare una comunità.
Dalla loro istituzione, avvenuta quasi quarant’anni fa, le Scuole estive dell’Osservatorio vaticano hanno coinvolto oltre 400 giovani astronomi, così come, una volta rientrati a casa, le vita dei loro amici e colleghi. La Scuola estiva della Specola è aperta a laureandi in Astronomia avanzata e studenti dei primi anni di dottorato di tutto il mondo. La maggior parte dei giovani selezionati proviene da Paesi in via di sviluppo.
Le lezioni sono gratuite e un ulteriore sostegno finanziario è fornito dai benefattori attraverso la Vatican Observatory Foundation. Pertanto ogni studente ammesso ha la possibilità di parteciparvi.
Fra i docenti delle passate edizioni delle VOSS si contano astronomi appartenenti ai principali osservatori e università del mondo. Tra loro la stessa Vera C. Rubin (docente nella prima VOSS); George e Marsha Rieke, oggi leader del gruppo di scienziati addetti alle telecamere a infrarossi trasportate dal James Webb Space Telescope; e Didier Queloz, vincitore del premio Nobel per la Fisica 2019. Tra gli ex alunni VOSS di spicco c’è Heino Falcke, scienziato determinante nell’attività dell’Event Horizon Telescope, che per primo ha ripreso l’ombra di un buco nero. Del corpo insegnante del corso 2023, oltre ad Acquaviva e Ivezić, fanno parte Dalya Baron (Carnegie Observatories), Marc Huertas-Company (Instituto de Astrofísica de Canarias / Observatoire de Paris), Francisco Villaescusa-Navarro (Flatiron Institute / Università di Princeton).
Alle iscrizioni alla Scuola di quest’anno hanno preso parte quasi 200 candidati, tutti dotati di eccellenti potenzialità in vista di una brillante carriera nel campo dell’astronomia. I principali criteri di selezione sono stati quelli delle opportunità e delle motivazioni accademiche; inoltre, la selezione è avvenuta in modo che nessuna nazione avesse più di due rappresentanti. Alla scuola prendono parte anche tre giovani scienziati gesuiti: il dottor Gao Aiden dalla Cina, p. Williams Dhelonga dalla Repubblica Democratica del Congo, e il dottor Matthew Pinson dall’Australia. Tra gli iscritti finali, compresi i gesuiti, figurano partecipanti di tutti i continenti: nove dall’Europa; nove dall’America Latina, sei dall’Asia, due dall’Africa e uno ciascuno dall’Australia e dal Canada. Tra gli studenti si contano 13 uomini e 12 donne (il genere non era un criterio di selezione), di età compresa tra i 23 e i 31 anni.
Preghiamo per questi giovani astronomi e per tutti coloro che sono coinvolti in questo importante programma della Specola vaticana.