fbpx

Seguici su:

Carrello Accedi Iscriviti alla newsletter
Menu

Attualità

  • Politica
  • Diritti
  • Economia
  • Ecologia
  • Mondo

Pontificato

  • Conversazioni
  • Magistero
  • Viaggi apostolici

Cultura e Società

  • Letteratura
  • Storia
  • Filosofia
  • Psicologia
  • Sociologia
  • Cinema
  • Arte
  • Musica
  • Media
  • Teatro

Scienza e Tecnologia

  • Fisica
  • Astronomia
  • Genetica
  • Intelligenza artificiale

Eventi

  • Conferenze
  • Presentazioni

Chiesa e Spiritualità

  • Bibbia
  • Dialogo interreligioso
  • Diritto canonico
  • Vita spirituale
  • Teologia
  • Santi
  • Patristica
  • Liturgia
  • Pastorale
  • Storie

Edizioni internazionali

RIVISTA CULTURALE DELLA COMPAGNIA DI GESÙ, FONDATA NEL 1850
Shop
Search
  • Attualità
  • Chiesa e spiritualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Pontificato
  1. Homepage
  2. News
  3. Le carceri italiane, i «numeri» della sofferenza
News

Le carceri italiane, i «numeri» della sofferenza

Redazione

29 Maggio 2025

Papa Francesco in visita al carcere di Regina Coeli, 17 aprile 2025 (Foto: Vatican Media)

Il carcere è stato l’ultimo luogo visitato da papa Francesco, un contesto dove ha voluto fortemente l’apertura di una Porta Santa, seconda solo a quella della Basilica di San Pietro, per inaugurare il Giubileo della Speranza. Ai detenuti, papa Francesco ha voluto fare visita il 17 aprile 2025, pochi giorni prima della sua morte, incontrandoli di persona nella Casa Circondariale di Regina Coeli. «Posso e voglio essere vicino a voi – da detto papa Francesco nel pomeriggio del Giovedì Santo -. Prego per voi e per le vostre famiglie».

Ai detenuti, infatti, papa Francesco aveva rivolto un pensiero anche nella Bolla d’indizione del Giubileo della Speranza, rivolgendo un appello alle istituzioni. «Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio – si legge nel testo -. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi».

Iscriviti alla newsletter

Leggi e ascolta in anteprima La Civiltà Cattolica, ogni giovedì, direttamente nella tua casella di posta.

Iscriviti ora

Un mondo, quello del sistema penitenziario italiano, che da tempo vive una condizione di difficoltà dovuta in primo luogo al sovraffollamento, come sottolinea il nuovo rapporto di Antigone – associazione italiana che si occupa del tema dal 1991 – presentato oggi a Roma. «Al 30 aprile 2025 erano 62.445 le persone detenute nelle carceri italiane. A fronte di queste presenze la capienza regolamentare è di 51.280 posti – si legge nel rapporto -, un dato addirittura in lieve calo rispetto alla fine del 2024, e dunque il tasso di affollamento ufficiale sarebbe del 121,8%. Però, i posti non disponibili per inagibilità o ristrutturazioni sono almeno 4.500, e dunque il tasso medio effettivo di affollamento è almeno del 133%». Secondo l’associazione, inoltre, negli ultimi due anni «la capienza effettiva è calata di 900 posti, mentre le presenze sono aumentate di oltre 5.000 unità». Una situazione di difficoltà diffusa su tutto il territorio nazionale, sottolinea il rapporto. «Delle 189 carceri italiane, quelle non sovraffollate sono ormai solo 36 – spiega l’associazione -, mentre quelle con un tasso di affollamento uguale o superiore al 150% sono ormai 58. A fine marzo 2023 erano 39».

Tra i tanti dati presentati nel rapporto, ne evidenziamo solo alcuni che mostrano un sistema in sofferenza in cui non mancano, però, alcuni segnali di speranza.

I giovani detenuti nelle carceri minorili italiane

Un dato di particolare interesse è quello che riguarda i 611 (di cui 27 ragazze) giovani detenuti nelle carceri minorili italiane al 30 aprile 2025. «Alla fine del 2022 le presenze erano 381 e alla fine del 2024 raggiungevano le 587 unità, con una crescita del 54% in due anni», sottolinea Antigone. Numeri che fanno registrare un sovraffollamento anche negli Istituti Penali per Minorenni. Secondo l’associazione, «ben 9 Istituti Penali per Minorenni sui 17 soffrono di sovraffollamento», un dato mai registrato prima nelle carceri minorili. «A Treviso si sfiora il doppio delle presenze rispetto ai posti disponibili – si legge nel rapporto -, il Beccaria di Milano e l’Ipm di Quartucciu a Cagliari hanno un tasso di affollamento del 150%, Firenze supera il 147%».

Suicidi in carcere. Il 2024 è l’anno con più morti di sempre

Secondo i dati raccolti da Antigone, inoltre, sono in aumento gli atti autolesivi e i tentati suicidi. «Nel 2024 l’autolesionismo è aumentato del 4,1% rispetto al 2023 – si legge nel rapporto -, mentre i tentati suicidi sono cresciuti addirittura del 9,3%». Il 2024, però, fa segnare anche un record negativo che mostra, in tutta la sua drammaticità, la sofferenza dei detenuti nel sistema penitenziario. «Nel 2024 sono stati almeno 91 i casi di suicidi commessi da persone private della libertà – spiega l’associazione -. Tra gennaio e maggio 2025, almeno 33. Il 2024 passa così alla storia come l’anno con più suicidi in carcere di sempre, superando addirittura il record del 2022 quando l’emergenza ha avuto inizio». I dati sui suicidi, spiega Antigone, provengono dal conteggio elaborato da Ristretti Orizzonti nel Dossier “morire di carcere”. Una fonte, spiega l’associazione, che tiene conto di decessi esclusi dal rilevamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, per ragioni spesso puramente formali (come i decessi avvenuti in ospedale dopo che la persona aveva commesso il gesto suicidario in carcere).

Che questi dati siano allarmanti lo dimostra anche la comparazione con il numero dei suicidi nella società esterna e quello dei suicidi in carcere a livello europeo. «Nel 2024 con 91 suicidi e una popolazione detenuta media di a 61.507 persone, tale tasso è pari a 14,8 casi ogni 10.000 persone detenute – si legge nel rapporto -. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, nel 2021 il tasso di suicidi in Italia era pari a 0,59 casi ogni 10.000 abitanti. Mettendo in relazione i due dati, vediamo come oggi in carcere ci si levi la vita ben 25 volte in più rispetto alla società esterna». Infine, secondo l’ultimo dossier del Consiglio d’Europa, «nel 2022 il tasso di suicidi nelle carceri italiane era più del doppio della media europea – spiega Antigone -: 15 casi ogni 10.000 persone detenute, a fronte di una media di 7,2 casi».

Aumentano le manifestazioni di protesta collettiva

Secondo i dati del Garante dei detenuti, riportati nel rapporto di Antigone, nel 2024 rispetto al 2023 gli scioperi della fame o della sete hanno registrato un aumento in termini assoluti del 35%; il rifiuto del vitto o delle terapie del 21%; l’astensione dalle attività del 7%; il rifiuto di rientrare nelle celle del 64% e gli atti turbativi dell’ordine e della sicurezza addirittura del 72%. «Anche le aggressioni tra persone detenute registrano una crescita pari al 7% e quelle commesse nei confronti del personale di polizia penitenziaria del 22%», si legge nel rapporto.

Le visite compiute dai volontari di Antigone in 95 istituti di pena italiani, inoltre, hanno messo in evidenza come in 30 istituti «c’erano celle in cui non erano garantiti 3 mq calpestabili per ogni persona. In 12 istituti c’erano celle senza riscaldamento e in 43 celle senza acqua calda. In 53 c’erano celle senza doccia e in 4 istituti nelle celle visitate il wc non si trovava in ambiente separato. In merito agli spazi comuni, in 40 istituti, pur essendoci una biblioteca, questa non è accessibile come spazio comune. In 4 istituti visitati su 95 non c’erano spazi esclusivamente dedicati alla scuola, 2 dei 4 erano case di reclusione. In 20 dei 95 istituti visitati non c’erano spazi per le lavorazioni. In 12 non vi erano spazi dedicati alla socialità all’interno delle sezioni detentive, mentre in 24 non vi erano aree di passeggi esclusive per ciascuna sezione detentiva».

Crescono le misure alternative e gli iscritti all’università

Un dato senza dubbio positivo è quello che riguarda le misure alternative al carcere. Secondo Antigone, sarebbero oltre 141mila i soggetti in carico presso gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna (Uepe) al 15 marzo 2025. «Il complesso delle misure è aumentato del 3,8% rispetto alla fine del 2023 – si legge nel rapporto -. A questa crescita ha contribuito soprattutto l’Affidamento in prova al servizio sociale, che è cresciuto del 4,4%. Esponenziale l’aumento, del 142,6%, delle pene sostitutive. Si è passati da 2.638 soggetti in carico alla fine del 2023 a 6.028 nel 2024, fino ai 6.399 al 15 aprile 2025».

In lieve aumento anche il numero dei detenuti che lavorano. «Al 31 dicembre 2024, su un totale di 61.861 persone ristrette, 18.063 persone lavoravano alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria, circa il 29,2% del totale della popolazione detenuta. La maggior parte risultava impiegata in servizi d’istituto. Rispetto all’anno scorso si registra un lieve aumento (era alla fine del 2023 del 28,3%) – si legge nel rapporto -. Il 5,1% del totale della popolazione detenuta (3.172 persone ristrette) è composto da detenuti lavoranti alle dipendenze di altri datori di lavoro. Tra questi si conteggiano i semiliberi (1.123), i lavoratori all’esterno in art. 21 (898) e coloro che lavorano in istituto per conto di cooperative sociali (902). I detenuti che a quella data lavoravano in carcere per imprese private erano in tutta Italia 249».

Infine, mentre risulta stabile il numero dei detenuti che frequentano corsi scolastici, nell’ultimo anno si è registrato un aumento del 17% di iscrizioni all’università per quanto riguarda i detenuti italiani. «Il bilancio del monitoraggio svolto dalla Conferenza Nazionale dei Delegati dei Rettori per i Poli Universitari Penitenziari (Cnupp) sull’anno accademico 2023-2024 è il seguente: 1.707 studenti universitari iscritti (1.636 uomini e 71 donne); gli stranieri che decidono di intraprendere il percorso universitario sono 177 (166 uomini e 11 donne)».

«La speranza mai delude»

A poco più di un mese dalla scomparsa di papa Francesco, tornano alla mente le sue parole rivolte ai detenuti, pronunciate durante l’apertura della Porta Santa nel carcere di Rebibbia, il 26 dicembre 2024: «Non perdere la speranza. È questo il messaggio che voglio darvi; a tutti, a tutti noi. Io il primo. Tutti. Non perdere la speranza. La speranza mai delude». «Quando il cuore è chiuso diventa duro come una pietra; si dimentica della tenerezza. Anche nelle situazioni più difficili – ognuno di noi ha la propria, più facile, più difficile, penso a voi – sempre il cuore aperto; il cuore, che è proprio quello che ci fa fratelli». Parole che oggi, nel cuore dell’anno giubilare, rinnovano l’invito a far sì che, anche nelle situazioni di sofferenza, si possa far germogliare la speranza.

Le carceri italiane, i «numeri» della sofferenza

Redazione

29 Maggio 2025


Commenta e condividi
Stampa l'articolo

Si parla di:

CarcereFrancesco

Iscriviti alla newsletter

Leggi e ascolta in anteprima La Civiltà Cattolica, ogni giovedì, direttamente nella tua casella di posta.

Iscriviti ora

I più letti della settimana

Paul Ricoeur nel magistero di papa Francesco

Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi studi sulla «genea­logia» del pensiero di Jorge Mario Bergoglio. A questo riguardo un...

2 Settembre 2021 Leggi

Leone XIV, le parole-chiave che indicano il cammino del Pontificato

«Una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato». È questo il «primo...

22 Maggio 2025 Leggi
Papa Francesco in visita al carcere di Regina Coeli, 17 aprile 2025 (Foto: Vatican Media)

Le carceri italiane, i «numeri» della sofferenza

Il carcere è stato l’ultimo luogo visitato da papa Francesco, un contesto dove ha voluto fortemente l’apertura di una Porta...

29 Maggio 2025 Leggi

«Il Vangelo mi spaventa». Il buon vescovo secondo sant’Agostino

«Il Vangelo mi spaventa […]. Nessuno più di me amerebbe un’esistenza sicura e tranquilla […]. Niente di più dolce che...

18 Aprile 2015 Leggi

«L’uomo vuole lodarti»

Le Confessioni di sant’Agostino1 si aprono con un prologo (I 1-5), che potrebbe essere considerato una sorta di «principio e...

22 Maggio 2025 Leggi

Intelligenza artificiale e giustizia sociale

I poveri in un mondo dominato dai «big data» Nell’era dell’intelligenza artificiale (IA) l’esperienza umana sta cambiando profondamente, ben più...

16 Gennaio 2020 Leggi
Il primo concilio di Nicea, chiesa di Stavropoleos, Bucarest.

I 1700 anni del concilio di Nicea: contesto storico, convocazione e principali decisioni

Nel mese di giugno dell’anno 325 ebbe inizio il primo Concilio ecumenico, quello di Nicea, voluto dall’imperatore Costantino. Tra i...

30 Aprile 2025 Leggi

ABBONATI

Dal 1850, la rivista internazionale dei gesuiti. Scegli l’abbonamento che preferisci: carta + digitale o solo digitale.

Scopri di più

Beatus Populus Cuius Dominus Deus Eius

La testata fruisce dei contributi diretti editoria L. 198/2016 e d.lgs 70/2017 (ex L. 250/90). Importo lordo erogato per l’anno 2022: € 287.619,29

  • Attualità
  • Cultura e società
  • Scienza e tecnologia
  • Chiesa e spiritualità
  • Eventi
  • Pontificato
  • Chi siamo
  • Le edizioni internazionali
  • Abbonati
  • Dona
  • Biblioteca
  • Shop
  • Ricerca
  • Newsletter
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Termini e Condizioni
  • Condizioni di vendita
  • Pubblicità
  • Contatti
  • FAQ
  • Accedi
Icona del Livello A di conformità alle linee guida 1.0 del W3C-WAI riguardanti l'accessibilità dei contenuti del Web

© LA CIVILTÀ CATTOLICA 2025 | Partita iva 00946771003 | Iscrizione R.O.C. 6608

I diritti delle immagini e dei testi sono riservati. È espressamente vietata la loro riproduzione con qualsiasi mezzo e l'adattamento totale o parziale.