Si cerca di esporre le posizioni programmatiche di quei partiti che hanno scelto di non far parte di alcuna coalizione e che quindi o dichiarano di voler «occupare» il centro dello schieramento (Democrazia Europea, di Sergio D’Antoni e Giulio Andreotti, e l’Italia dei valori, di Antonio di Pietro) o non sono riusciti a raggiungere un accordo con una delle coalizioni (i radicali della Lista Bonino, il MSI-Fiamma Tricolore, di Pino Rauti, il Partito della Rifondazione Comunista, di Bertinotti). Soltanto Rifondazione Comunista è quasi sicura di superare il 4% nella lista proporzionale, che dà diritto all’assegnazione di alcuni seggi, sempre nel proporzionale, e, secondo alcuni, anche l’Italia dei valori riuscirà a raggiungere tale traguardo. Ma una tale avventura elettorale è una scommessa, perché l’attuale legge elettorale penalizza i partiti che si presentano da soli.
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