L’articolo rende conto di un testo apocrifo in lingua copta, il Vangelo di Giuda, e analizza criticamente un volume contenente la traduzione italiana e quattro commenti. Il testo apparterrebbe allo gnosticismo «cainita», secondo Ireneo, o «sethita» (da Seth, terzo figlio di Caino), secondo Nag Hammed, e potrebbe essere un tentativo di rivalutare la figura di Giuda. L’Autore, professore al Pontificio Istituto Orientale (Roma), rileva le inesattezze teologiche e anche l’imprecisa traduzione italiana dall’originale inglese.
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UN VANGELO APOCRIFO

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