Nell’ottobre 2010 nella sala di lettura della Biblioteca Angelica di Roma si è svolta la mostra fotografica dell’artista inglese Andrew Rutt dal titolo Nuda verità. Essa rappresenta il rapporto di intimità tra l’uomo e il libro inteso come uno scambio che mette a nudo l’animo dell’uomo aprendolo alla conoscenza. Ad essere veramente «nudo» in questa mostra non è il corpo ma la relazione tra il corpo e i libri. Allora la nudità umana, invece di destare i sensi per attirarli a sé, diventa addirittura simbolo di una precarietà che è immediato rinvio a una forma di trascendenza. Si comprende ciò che Romano Guardini scrisse chiudendo il suo Elogio del libro, che si rivela la migliore guida di questa mostra: «Il libro sta davanti a noi come una figura originaria. In esso si riassume l’esistenza».
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RAPPRESENTARE LA «NUDA VERITÀ». Riflessioni in margine a una mostra di Andrew Rutt
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