Nel 1990 i giornali argentini dedicarono molto spazio all’omicidio di una studentessa, Maria Soledad Morales, perpetrato per mano di persone colluse con il potere politico locale. Da quel momento padre Bergoglio comincia a riflettere intensamente sulla corruzione.
Egli la intende innanzitutto come una malattia dello spirito, la quale poi produce frutti avvelenati che fanno «marcire» la vita dell’uomo, mandando in putrefazione il suo cuore e spezzando i suoi legami sociali e con Dio. La corruzione impedisce di rendere il cuore dell’uomo aperto alla misericordia, le strutture sociali e politiche aperte alla giustizia e al bene comune, la Chiesa aperta alla radicalità evangelica. La sfida alla corruzione si annuncia dunque come una di quelle più significative di papa Francesco.