Tra tutti i vizi l’ira è forse quello più riconoscibile e di cui ci si vergogna maggiormente, perché più facilmente individuabile. Eppure la sua fenomenologia è estremamente ricca e complessa, come la riflessione di tutti i tempi ha mostrato con chiarezza. L’articolo passa in rassegna le varie posizioni in merito all’ira, mettendone in evidenza la fondamentale caratteristica di richiesta di giustizia, che la differenzia da altri vizi, come, ad esempio, l’invidia e l’odio, e che può trovare una risposta adeguata soltanto in una prospettiva religiosa. C’è una sorprendente somiglianza tra i passi terapeutici proposti circa la maniera di riconoscere, valutare ed esprimere l’ira e la struttura dell’esame di coscienza proposto, ad esempio, da sant’Ignazio di Loyola: rivedere le circostanze della giornata, i pensieri, i sentimenti, l’azione che ne è scaturita, la maniera in cui si sarebbe voluto agire, gli atteggiamenti e le azioni che hanno consentito di vivere diversamente.
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L’IRA, UNA RICHIESTA PASSIONALE DI GIUSTIZIA

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