La spettacolarizzazione della politica, le ipotesi interpretative che si trasformano in notizie, il rifiuto della mediazione giornalistica generano tensioni tra politica e giornalismo. A soffrire sono la democrazia e il diritto dei cittadini di informarsi e di scegliere come e con chi farlo. Un nuovo rapporto tra politica e informazione nasce dal coraggio di narrare una politica diversa e di saper interpretare e contestualizzare le notizie per continuare a essere «la vedetta sul ponte di comando della nave dello Stato». Anche l’Ucsi ha trattato il tema nell’aprile scorso, inaugurando l’Osservatorio di Mediaetica nazionale. Non va dimenticato poi che è buona pratica giornalistica fare obiezione di coscienza davanti a logiche che offendono i cittadini. Soltanto il giornalismo può ristabilire un equilibrio per rilanciare la propria autorevolezza. La sua forza sta nella «luce» che getta sui pilastri del sistema, con cui illumina le proprie fondamenta.
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