L’articolo, utilizzando anche materiale inedito, esamina il progetto di riforma della legislazione ecclesiastica voluta da Mussolini nel 1924. Tale testo, prima ancora che fosse presentato alla Camera, fu condannato da Pio XI e successivamente ritirato dall’autorità governativa. Il lavoro svolto nella Commissione preparatoria non fu però inutile, poiché in seguito fu utilizzato in sede di redazione del Concordato tra Italia e Santa Sede: questa volta però non era più lo Stato che disciplinava unilateralmente la materia ecclesiastica, ma l’autorità statale si misurava su un piano di parità con l’autorità religiosa, per regolamentare bilateralmente le delicate materie di interesse comune.
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L’EVOLUZIONE DEI VIVENTI. Il fatto e i meccanismi
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