Il prossimo 5 luglio si celebra il 50° di indipendenza dell’Algeria, il cui sistema politico presidenziale si caratterizza ancora come «laicismo autoritario». Al voto parlamentare del 10 maggio, anche per effetto della legge elettorale, si è affermato l’ex-partito unico Fronte di liberazione nazionale (Fln), che guidò la guerra contro la Francia (1954-62). Per i partiti islamico-moderati, che hanno denunciato brogli, la sconfitta è stata netta e in controtendenza nel panorama nord-africano. L’Algeria, più che la nuova Costituzione, annunciata per il 2013, attende le prossime elezioni presidenziali del 2014. Si teme però l’uscita di scena improvvisa o mal gestita dell’anziano e malato capo dello Stato, A. Bouteflika, perché potrebbe aprire la breccia a una «guerra totale» di potere tra le élites, con esiti imprevedibili.
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L’«ECCEZIONE» DELL’ALGERIA

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