Contrariamente alle apparenze, la gola non è affatto un vizio «benevolo», proprio di chi si gode la vita, ma una triste modalità di autodistruzione. La difficoltà a riconoscerne la gravità è dovuta, oltre al suo legame con una necessità biologica, al fatto che tende a coprire carenze affettive e relazionali. Rivisitarne la complessa simbologia aiuta a riscoprire il senso della gratitudine verso Dio per il cibo di ogni giorno. Tale atteggiamento consente anche di recuperare il gusto per ciò che si mangia, smarrito dal goloso. Allargare gli orizzonti della vita spirituale aiuta a collocare l’alimentazione al giusto posto, raggiungendo in tal modo la propria finalità di aiuto per la vita e la salute del proprio corpo.
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LA GOLA, INSAZIABILE FAME DI AFFETTO
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