L’articolo riflette sul rapporto tra la liberaldemocrazia e la religione, sia in Italia dal tempo dell’unità nazionale, sia nell’Europa continentale di oggi in cui quel rapporto è stato ridiscusso in occasione della recente «Carta dei diritti fondamentali» dell’Unione Europea. Si mostra la scelta areligiosa e laicista assunta dalla liberaldemocrazia italiana contro il sentimento della maggioranza popolare e oggi riproposta per l’Europa (modello «vestfalico» preferito al modello «americano»), caricando il liberalismo di una valenza culturale-religiosa che, in quanto filosofia delle istituzioni, per principio non gli compete. Si mettono in evidenza la pregiudiziale razionalistica che agisce ancora in questo processo culturale e politico e le sue conseguenze sul piano morale e giuridico.
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LA DEMOCRAZIA LIBERALE IN ITALIA E IN EUROPA

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