La storia del verso libero in Giappone risale solamente agli inizi del Novecento, e ad essa si ispira Kikuo Takano (1927-2006), forse il maggiore poeta giapponese contemporaneo, candidato al Nobel nel 2002, e certamente il più noto in Italia, Paese che egli ha molto amato. «Scrivere poesie vuol dire anzitutto soffermarmi con uno stupore profondamente fresco di fronte a ciò che esiste», ha affermato, e questo sguardo diventa la fonte della sua ispirazione che si traduce in parole povere, semplici, ma capaci di grande bellezza e cariche di una tensione trascendente. Se per Pascal l’uomo è una canna pensante, per Takano invece è una trottola: soltanto lasciandosi prendere dalla vorticosa interrogazione può star diritto, trovare la sua posizione.
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KIKUO TAKANO. «Afferrare l’azzurro del mare»

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