«Mi manca la fede e non potrò mai, quindi, essere un uomo felice», ha affermato lo scrittore svedese Stig Dagerman (1923-54). Con lucidità e partecipazione egli ha saputo parlare dell’uomo come essere in attesa di un compimento che però non può darsi da sé. Nelle sue pagine migliori il senso di privazione manifesta uno struggente desiderio di consolazione. La sua opera è circoscritta ad appena otto anni di intensa e febbrile ispirazione che gli ha permesso di pubblicare quattro romanzi, drammi, poesie, racconti, articoli e sceneggiature.
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«IL NOSTRO BISOGNO DI CONSOLAZIONE». La narrativa di Stig Dagerman
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