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The New World (USA, 2005). Regista: Terrence Malick. Interpreti principali: C. Bale, J. Pryce, C. Farrell, B. Mendelsohn, D. Thewlis, Q. Kilcher, C. Plummer.
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Il film The New World di Terence Malick vola alto. Lo spettatore non è invitato ad assistere alla rappresentazione realistica di una storia avventurosa, narrata con i consueti espedienti del cinema spettacolare: taglio e montaggio delle immagini con il ritmo serrato dei film d’azione, effetti visivi e sonori che coinvolgano emotivamente il pubblico facendo leva sugli automatismi con i quali l’organismo umano reagisce agli stimoli che riceve. The New World è un film che narra vicende avventurose (la conquista del «nuovo mondo» da parte dei coloni inglesi), ma immerge le azioni che racconta in un’atmosfera di contemplazione. Lo spettatore vede ciò che passa sullo schermo e, allo stesso tempo, ha modo di pensare a ciò che le singole immagini significano.
Il linguaggio audiovisivo è utilizzato in una dimensione poetica. Si parte da un’immagine riflessa nell’acqua. Un’imbarcazione risale lungo un fiume dalle sponde coperte di vegetazione. Gli alberi e il cielo si rispecchiano nelle increspature della corrente. Al di là della superficie si intravede il fondo con la vegetazione acquatica che ondeggia e i pesci che guizzano senza timore di essere catturati da ami o da reti. È un mondo incontaminato. Nel fiume nuotano ragazzi e ragazze che giocano, inquadrati da una cinepresa collocata sotto la superficie dell’acqua, liberi anch’essi come i pesci o come gli uccelli che volano nell’aria. Sono gli abitanti del luogo: indigeni della tribù Algonquin, ignari di ciò che sta per accadere nella loro terra.
Siamo nel 1607. Tre navi, provenienti dall’Inghilterra, risalgono le acque del fiume Chickahominy, ribattezzato dai cartografi con il nome di James in onore del re Giacomo I, sulle cui rive viene fondato il forte James, destinato a trasformarsi ben presto nella città coloniale di Jamestown. L’intera regione circostante è stata battezzata con il nome di Virginia, in onore della defunta regina Elisabetta (la regina vergine). Che ne sarà degli Algonquin? Per il momento, la loro sorte non è ancora decisa. «Cacciamoli via finché sono ancora pochi», dice uno di essi parlando degli inglesi. «Non domandano nient’altro che un pezzo di terreno paludoso», dice un altro. «Sì — aggiunge un terzo —, ma cosa domanderanno dopo che avranno ottenuto questo?».
Il capitano John Smith è incaricato di guidare una spedizione all’interno del territorio inesplorato dove abitano gli Algonquin. Smith è il solo a raggiungere vivo il villaggio indiano. Farebbe una brutta fine anche lui se Pocahontas, figlia del capotribù, non gli facesse scudo con il suo corpo mentre stanno per ammazzarlo. Durante i mesi della prigionia di Smith si sviluppa una storia d’amore tra il capitano inglese e la principessa indiana, una fanciulla di 12 o 13 anni di rara bellezza e sensibilità. In questo modo avviene l’incontro tra il «vecchio mondo» e il «nuovo mondo», che il film descrive con immagini animate dal soffio della poesia. Smith spiega agli indigeni che i suoi connazionali non hanno intenzione di mettere radici nella regione.
Quando gli Algonquin si accorgono di essere stati ingannati, scoppia un conflitto tra le due comunità. Pocahontas, che ha dato aiuto ai colonizzatori, è ripudiata dalla sua tribù. Nel frattempo, però, viene abbandonata da Smith, che ha ricevuto dal re l’incarico di condurre altre spedizioni in terre lontane. Credendo che Smith sia morto, Pocahontas, che nel frattempo ha assunto usi e costumi degli abitanti di Jamestown, sposa John Rolfe, un piantatore di tabacco al quale dà un figlio. A sua insaputa, la principessa indiana naturalizzata inglese è diventata un personaggio famoso, tanto che il re esprime il desiderio di conoscerla.
Il viaggio verso l’Inghilterra offre a Pocahontas la possibilità di com-piere a ritroso il viaggio dei colonizzatori inglesi. Incontrerà di nuovo il primo amore e avrà modo di scegliere con ponderazione tra i «suoi» due John: l’esploratore di terre nuove e il piantatore di tabacco. Accompagnando i personaggi nei loro viaggi transoceanici, lo spettatore ha modo non soltanto di accorgersi che sulla superficie del globo esistono mondi diversi, la cui esplorazione affascina chi è nato altrove, ma anche di capire che ogni essere umano è un mondo a sé stante, la cui conoscenza non può essere data per scontata in partenza, ma richiede un lungo cammino da parte di chi sia intenzionato a raggiungerla.