L’articolo ripercorre in sintesi l’itinerario filosofico di Fabro a cominciare dalla sua prima opera, scritta quando aveva 28 anni, su La nozione metafisica di partecipazione secondo san Tommaso d’Aquino, nella quale sottolinea che l’Aquinate spiega la relazione tra le creature e Dio sulla base della creazione dal nulla. Fabro si occupò poi della fenomenologia, ponendo in evidenza che esaminare teoricamente la fenomenologia significa sottoporla alla domanda: che ne è, nella fenomenologia, del problema dell’essere e di quello dell’esistenza umana e del suo senso? Infine nel 1961 Fabro approfondì il tema dell’ateismo della filosofia moderna, il quale non consiste nel negare Dio; la negazione di Dio è soltanto logicamente consequenziale a un errore circa il nesso pensiero-essere. L’Autore insegna filosofia all’Istituto Aloisianum dei gesuiti (Padova).
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CORNELIO FABRO, CRITICO DELLA FILOSOFIA MODERNA
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