Quest’anno il Natale è ancora diverso: è il quarto Natale di guerra. È vero che si sono accese le luminarie, ci sono le stelle di Natale, gli addobbi tradizionali, ma stiamo vivendo un tempo di violenza, di morte, di distruzione, e proprio nella Terra dove Gesù è nato, nella Terra Santa. Certo, nella storia abbiamo appreso varie volte che le guerre hanno colpito l’umanità, ma oggi la sperimentiamo vicina, soprattutto constatiamo che i conflitti si allargano e vediamo lontana la pace.Benché stiamo vivendo un tempo oscuro, risuona anche per noi la voce dell’angelo: «Vi annuncio una grande gioia: oggi, nella città di Davide, è nato per voi il Salvatore, Cristo Signore» (cfr Lc 1,10 s). Il Figlio di Dio diviene uomo come noi, l’Eterno entra nel tempo, l’Onnipotente si fa povero, l’Altissimo si fa piccolo, il Forte si fa debole, il Cielo è sceso sulla terra, la Parola si è fatta carne, nascendo come bambino: è il mistero dell’Incarnazione. Il Natale, che è forse la festa più sentita dell’anno, ha una dimensione intima che tocca il cuore di ogni persona, quale che sia il suo credo.Lo scorso anno papa Francesco ci ha esortato a pregare per la Betlemme di oggi, e per estensione «a tutti gli abitanti della Terra dove Gesù è nato, è vissuto, è morto e risorto», e ha mandato il saluto della solidarietà. In una terra tornata per l’ennesima volta nella fase cruda di un conflitto che la ferisce da decenni, il Papa invoca la vicinanza «con la preghiera, con l’aiuto concreto» e ricorda a tutti come «la sofferenza di Betlemme sia una ferita aperta per il Medio Oriente e per il mondo intero».Come celebrare allora questo Natale? Qual è il mistero della festa? Il Natale è una novità assoluta nella storia: è un’iniziativa di Dio, che in Gesù si abbassa fino all’estremo, appropriandosi di tutti gli eventi, le pene e i fallimenti dell’uomo. Il Signore Gesù, che è Dio, si fa nulla (la kenosis di Fil 2,7: farsi «nulla») e diventa uno di noi per essere vicino ad ogni uomo nella sua vita: non solo nelle gioie e nelle realizzazioni, ma soprattutto nella fatica, nelle sofferenze, nei drammi, per donare la salvezza non come qualcosa che scende dall’alto, ma come segno di vera comunione e fraternità.Ecco allora il significato del Natale: Gesù si fa piccolo e povero, e da povero interviene nella storia sempre più visibilmente
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