Con un intervento del gesuita Carlo Casalone, l’ultimo numero della Civiltà Cattolica fa il punto su una quesitone controversa che ha richiesto il pronunciamento vaticano e quello di diverse conferenze episcopali in varie regioni del mondo: ovvero il rapporto tra vaccini e aborto. Il nodo è quello che riguarda «l’uso di vaccini nella cui produzione si impiegano linee cellulari estratte da tessuti di feti abortiti volontariamente». «Un problema – rileva Civiltà Cattolica – sollevato anche per alcuni vaccini somministrati in età pediatrica: anzitutto quello contro la rosolia, ma poi anche quelli contro l’epatite A e la rabbia. In particolare è sotto accusa una linea cellulare (HEK293) ottenuta nel 1973 a partire dal tessuto renale dei resti di un aborto avvenuto in Olanda. Non è nota l’identità dei genitori né le ragioni precise dell’interruzione della gravidanza, che sembra comunque non avere legame con l’obiettivo di preparare linee cellulari per i laboratori». […]

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