Intorno alla democrazia si sta giocando una partita subdola e forse pericolosa, il tentativo, cioè, di sostituire l’uomo con l’algoritmo e l’intelligenza artificiale. Purtroppo non di fantascienza si tratta, ma di un processo lento e persistente, poco appariscente. Si sta facendo strada la pericolosa idea che, in fondo, è possibile fare a meno dell’uomo in politica in quanto inadeguato, inaffidabile, senza più contatto con la realtà e corruttibile.
Meglio, quindi, un surrogato tecnologico che non è affetto da questi problemi. «Come potrebbe un essere umano, con tutti i suoi limiti e le sue imperfezioni, competere con l’algida, imperturbabile perfezione decisionale di un presidente del Consiglio artificiale?», osserva Fabio Chiusi su L’espresso. […]
«Possiamo davvero lasciar prendere decisioni da cui può dipendere la vita di una persona o di interi popoli a una intelligenza artificiale?», si domanda La Civiltà cattolica. Il nodo cruciale è il ruolo dell’essere umano all’interno dell’algoritmo.
La democrazia senza l’uomo non esiste, né può essere ridotta a ragioni di consenso e di numeri. […]