Quando l’uomo forte di Tunisi, Kais Saied, ha ordinato l’arresto di Rachid Ghannouchi, ottuagenario leader degli islamisti moderati di Ennahda, non solo la Tunisia, ma tutto il Nord Africa hanno imboccato la pericolosissima strada che potrebbe portare alla guerra civile per Tunisi e allo scontro frontale nella regione intera.
Dunque per prima cosa dobbiamo capire chi siano i protagonisti di questo scontro. Kais Saied, il “laico” che ha disciolto le istituzioni democraticamente elette del suo Paese sovrano, e Rachid Ghannouchi, il “religioso” che ha guidato l’islam politico prima dal lungo esilio impostogli dal sistema autocratico fino alla primavera del 2011 e poi a varare la Costituzione tunisina insieme alle forze progressiste negli anni successivi.
Diverse volte ospite qui a Roma della Comunità di Sant’Egidio, Ghannouchi ha conosciuto l’Europa negli anni del suo esilio, in gran arte londinese, e questo gli ha dato probabilmente la capacità di dare all’islam politico una visione compatibile con la democrazia, quella che ha ispirato la carta costituzionale che ha varato con le forze moderate, laiche e di sinistra. Vedremo tra poco perché il suo arresto suona drammatico.