La Corea del Sud sta sperimentando “il più freddo inverno demografico” mutuando la definizione coniata da papa Francesco per descrivere un basso tasso di natalità, con un dato provvisorio per il 2022 dello 0,78 che scende a 0,72 per il 2023, per poi crollare a 0,68 secondo le stime relative al 2024. Ma quali sono le ragion profonde di questo fenomeno? E che cosa dice la crisi demografica sui giovani coreani di oggi? È il tema affrontato sull’ultimo numero della rivista La Civiltà Cattolica dal gesuita p. Jeong Yeon Hwang che prova a guardare dentro alla cosiddetta “generazione Opo” (in coreano la generazione dei “cinque no”), quella di coloro che sembrano oggi rinunciare a frequentare una persona, sposarsi, avere figli, possedere una casa e fare carriera.

Seoul ha proposto incentivi economici, premi in denaro, sussidi per l’assistenza all’infanzia e rimborsi per il trattamento dell’infertilità. Ciononostante, il declino della natalità è una tendenza che si è intensificata avvicinandosi ad un minimo storico “senza precedenti nell’era moderna a livello mondiale”. Fra i fattori scatenanti la precarietà lavorativa, scarsa accessibilità degli alloggi, il caro-vita che si riflette nella crescita dei figli e una cultura poco incline alla famiglia nei luoghi di lavoro. […]

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