La nostra civiltà tecnologica è attraversata da tensioni e segnata da un’acuta ambivalenza. È capace di produrre incredibili progressi nell’intelligenza artificiale, che consentono di fare diagnosi impressionanti e di curare malattie, o di far circolare veicoli senza guidatore e generare energie pulite; ma al tempo stesso è incapace di evitare la morte, per malnutrizione o per malattie curabili, di migliaia di bambini al giorno, o di impedire che milioni di rifugiati vivano in condizioni subumane. Raggiungiamo conquiste incredibili, ma non sappiamo, o non vogliamo sapere, come risolvere questioni fondamentali in cui è messa in gioco la dignità umana. […]

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