Un’immagine molto usata per spiegare Giulio Andreotti sembra perfetta per capire Erdogan: è l’immagine del doppio forno. Pragmatico come molti politici ritenuti, a torto, ideologici, i due forni di Erdogan sarebbero quello occidentale e quello orientale. Quando all’inizio di questo millennio il leader turco arrivò con veemenza al potere, scelse il forno occidentale: la richiesta di ingresso in Europa era questo. […] Il fatto è che, chiuso il forno occidentale, lui ha scelto il forno orientale: vende a un popolo stremato l’idea dell’impero dal Bosforo alla Cina. Ne ha scritto con visione Vladimir Pachkov su La Civiltà Cattolica: “La Turchia non è attiva solo nella regione geograficamente vicina del Caucaso meridionale e non soltanto con l’aiuto degli azeri – a tale proposito sia i turchi sia gli azeri dicono di essere un unico popolo che vive in due stati diversi – ma anche nell’intera Asia centrale, dall’Iran all’Afghanistan fino alla Russia. Questa regione viene considerata come un tutt’uno, qualcosa di omogeneo, un mondo turco”. […]
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