Oggi ricorre la festa della Conversione dell’apostolo Paolo, che da più di un secolo individua il culmine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. È piuttosto noto come l’arco temporale 18-25 febbraio sia stato scelto per il suo culminare nella festa della conversione di Paolo: meno noto, forse, che la scelta non sia sorta in àmbito cattolico. […]

[…] In un bell’articolo dello stesso Giancarlo Pani, comparso su La Civiltà Cattolica il 4 gennaio 2014, si legge:

Certo, nell’incontro del Risorto con Paolo si può parlare di “conversione”. L’evento tuttavia ha una certa varietà di denominazione: “vocazione”, “rivelazione”, “illuminazione”, “folgorazione sulla via di Damasco”, “rivoluzione, trasformazione”, “trasfigurazione di Paolo”. […]

Che nella vicenda di Paolo sulla via di Damasco si tratti anche di “conversione”, non c’è alcun dubbio.

Dopo aver esplorato in lungo e in largo nello spazio di quindici dense pagine la migliore letteratura specialistica sull’argomento, Pani conclude:

Ma allora, in conclusione, se si tratta di dare un senso specifico a un termine che ha già un significato proprio, tanto vale adottare quello di “vocazione”, che Paolo stesso ha scelto per indicare la sua missione di apostolo. […]

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