Quello che mi colpisce di questo Pontefice è la sua apertura alla complessità, non è un Pontefice che reagisce installandosi su principi rigidamente ferrei: sa declinare la prospettiva evangelica e i suoi principi all’interno delle dinamiche storiche, non ha paura della complessità delle situazioni, non si irrigidisce davanti alle sfide, le accetta, si plasma, le assorbe”. A dieci anni dall’elezione di Jorge Mario Bergoglio, il 13 marzo 2013, Padre Antonio Spadaro, gesuita, direttore de La Civiltà Cattolica, ricostruisce con Rainews.it le “mappe” che hanno tracciato il percorso di Papa Francesco in questo tempo. Due gli spunti di lettura: il libro in uscita, L’atlante di Francesco. Vaticano e politica internazionale (Marsilio pp. 288, 2023) che verrà presentato il 13 marzo proprio il giorno del decimo anniversario (con la premier Giorgia Meloni e il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Pietro Parolin); e l’editoriale, La mappa di Bergoglio. La letteratura nella formazione di Papa Francesco, pubblicato sull’ultimo numero della sua rivista, in occasione del decennale.

Padre Spadaro, lei nei giorni scorsi ha pubblicato anche un tweet scrivendo che non avrebbe fatto bilanci, come se fossero calcoli d’azienda, perché non è questo il tempo: “è semmai tempo di sbilanciamenti e prospettive aperte”. Quali sono questi “sbilanciamenti”?

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