La Chiesa cattolica in Cina «esiste e funziona». E proprio per facilitare il suo respiro apostolico conviene prendere atto che «il governo in Cina è comunista», che con quel governo bisogna comunque fare i conti, e che il registro più appropriato su cui accordare i rapporti tra la Chiesa e il potere cinese non è quello della «opposizione» e nemmeno quello del «compromesso», bensì quello di un «sano realismo» e di una «reciproca tolleranza». Lo suggerisce il gesuita cinese Joseph Shih, 90 anni, in un’ampia intervista pubblicata sull’ultimo numero della Civiltà Cattolica e raccolta da padre Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuiti italiani, le cui bozze vengono rilette in Vaticano.

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