Battute e frecciatine, ma anche telefonate partite dai palazzi romani con destinazione Oltretevere, per «chiarire» e «mettere la parola fine a ogni polemica». Dopo il botta e risposta tra la premier Giorgia Meloni e il cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI sul tema del premierato a pochi giorni dal voto per le europee, diverse colombe si son messe al lavoro per chiudere la faccenda e guardare avanti. «Forse alla Meloni hanno riferito male ciò che ho detto», ha chiarito Zuppi parlandone col Corriere della Sera, rassicurando che «recupereremo» il rapporto.
In effetti, chi era presente a quella conferenza stampa a chiusura dell’Assemblea Generale della CEI, sa bene che «don Matteo», rispondendo a una domanda sulla riforma del premierato, segnalando la «preoccupazione di qualche vescovo», ha detto che «gli equilibri istituzionali vanno toccati sempre con molta attenzione». Il tema va affrontato «con lo spirito della Costituzione: come qualcosa di non contingente, che non sia di parte. È un discorso ancora aperto, vediamo come va la discussione». […]
A febbraio scorso, ad esempio, Zuppi, parlando dei rapporti col Governo confermava alla rivista dei gesuiti «La Civiltà Cattolica» che con l’esecutivo «C’è una buona interlocuzione, e su certi tavoli ottima collaborazione. Sul tema dei migranti, c’è certamente un’interlocuzione dialettica, come d’altra parte è successo anche con i governi precedenti».