Il suo libro è uscito a marzo 2017 e negli Stati Uniti è diventato in poco tempo un best-seller, entrando a piedi pari nel dibattito pubblico e facendo però molto discutere, la cui eco è arrivata anche nel Vecchio continente. E così è arrivata la ristampa in diversi paesi europei, fino allo sbarco a Roma, nella culla della cristianità, per le edizioni San Paolo. E la presentazione al Teatro Piccolo Eliseo, assieme a Giuliano Ferrara e al direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian, in un evento organizzato dal Foglio e dalla Fondazione De Gasperi. Si tratta del libro “L’Opzione Benedetto” del giornalista americano Rod Dreher, firma del New York Post e di The American Conservative.

[…] D’altronde, l’accusa era da aspettarsela, vista la polarità che suscita il tema, e considerato che anche i gesuiti della Civiltà Cattolica, organo ufficioso della segreteria di Stato vaticana, aveva apertamente criticato la tesi del giornalista americano paragonandola all’eresia donatista, con un articolo a firma Andreas Gonçalves Lind. “Lo slogan è efficace”, aggiunge Vian, descrivendo il libro come “molto ideologico e schierato, ma un po’ debole nella visione complessiva della storia occidentale. Se non altro per il fatto che è molto parziale e pone i riflettori solo su una piccola parte del mondo”. Perciò un “libro suggestivo ma non convincente”, con una tesi che “più che nel mondo ma non nel mondo è fuori del mondo”.

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