Nella lingua tseltal maya, la terza più diffusa in Messico, non c’è una parola esatta per tradurre il termine “cooperativa”. Gli indigeni parlano di “Yomol A’tel”, che significa: “Insieme camminiamo, insieme sogniamo, insieme lavoriamo”. Il lavoro, in quest’ottica, non è solo un atto: è il risultato di un’esperienza condivisa e di un progetto comune. Sta, in tal modo, in bilico, tra passato e futuro.
Non poteva, dunque, chiamarsi in nessun’altra maniera l’iniziativa avviata una ventina d’anni fa nella selva del Chiapas, Stato messicano tra i più ricchi – per risorse – e i più poveri – per condizioni di vita della popolazione, al 90 per cento nativa. […]
“Yomol A’tel”, appunto. È stata questa esperienza a farla entrare in contatto con The Economy of Francesco. «Una delle docenti mi ha raccontato della rete mondiale di giovani economisti convocati da papa Francesco per immaginare un sistema in cui il centro fosse l’essere umano e non il profitto. Ne sono rimasta entusiasta. Così ho iniziato a partecipare e non ho più smesso». Erika è stata al grande raduno dell’anno scorso ad Assisi con il Pontefice e quest’estate è tornata in Italia per partecipare alla Scuola di Economia civile organizzata da Luigino Bruni. «The Economy of Francesco mi ha consentito di ascoltare colleghi di ogni parte del pianeta ed esperti di alto profilo».
Tra questi Gael Giraud con il quale Erika ha pubblicato un articolo sul quaderno del 3 marzo scorso de La civiltà cattolica. […]