Behnam Atallah, esponente della Comunità cristiana di Ninive, è stato tra i primi ad aderire alliniziativa. Riempire il web di fotografie di iracheni circondati da una scritta, io sono iracheno e do il benvenuto al papa…” seguita da un loro pensiero. Lui ha scritto per la sua visita di pace e per la convivenza pacifica. […] Ecco allora che si capisce perché il papa ricorderà la piaga tremenda della persecuzione dei cristiani, cominciata alla fine dell’impero ottomano, quando i cristiani qui erano il 25% della popolazione- come ha scritto proprio in queste ore su Civiltà Cattolica padre Giovanni Sale. Ora sono poche centinaia di migliaia e il loro dramma è il dramma di tutta la loro società. Dopo i genocidi di inizio Novecento la loro eclissi è proseguita.  “Negli anni del governo di Saddam Hussein, paradossalmente, la situazione per i cristiani sembrò almeno parzialmente stabilizzarsi: certo, continuarono le difficoltà nel costruire o riparare chiese, continuò la ghettizzazione e la politica panarabista del Bath portò al divieto di insegnamento del siriaco e allimposizione di nomi arabi in sostituzione di quelli cristiani (con una «arabizzazione» anche formale dei caldei nei documenti ufficiali) però, nellinsieme, Saddam, concentrato nelleliminazione degli oppositori kurdi e sciiti (nel primo caso con azioni direttamente di pulizia etnica), era tollerante verso i cristiani. […]

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