Un anno dopo la tentata invasione russa dell’Ucraina la parola “crudeltà” irrompe nella discussione pubblica sulla guerra, grazie a Francesco. Il papa ne ha parlato con i gesuiti che operano in Congo e Sud Sudan durante il suo recente viaggio africano, un viaggio che ci ha interessato molto poco nonostante la sua rilevanza politica, strategica, di visione per l’Europa e per l’Africa. E anche per l’orrore della crudeltà che unisce quelle terre al cuore dell’Europa, tanto da obbligarci a domandarci perché sia rimossa, questa mostruosa crudeltà che ci circonda. Il testo della conversazione di papa Francesco appare integrale sul sito de La Civiltà Cattolica.

Chi osi soffermarsi sulla rimozione della crudeltà non potrà non vedere non solo i gruppi ufficialmente terroristi, non solo le milizie, come la Wagner assoldata da Mosca, o gli aguzzini che gestiscono i campi di internamento dei profughi in tutto il Nord Africa, ma anche i nostri racconti, pacifisti o bellicisti, che al massimo in questo ultimo anno si sono soffermati sulla “crudeltà dell’altro”, il modo più astuto ma anche più ingiusto per sorvolare sulla nostra, o dei “nostri”. Anche le vittime possono diventare crudeli? […]

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