Monsignor Georg Gänswein è stato richiamato all’ordine da papa Francesco. Troppe e obiettivamente sgangherate le uscite dell’ex segretario del papa emerito Benedetto XVI nei giorni successivi alla morte di Joseph Ratzinger.

Così ieri mattina il pontefice lo ha ricevuto in udienza. Un incontro al centro del quale non poteva che esserci la gestione di questi turbolenti giorni, ma anche un’indicazione sull’incarico che spetterà a Gänswein ora che il suo mandato come collaboratore di Ratzinger è finito (in qualità di prefetto della Casa pontificia era stato esautorato da tempo dallo stesso Francesco). […]

Secondo Austen Ivereigh, scrittore e biografo di papa Francesco intervenuto nel dibattito via Twitter, la pubblicazione di appunti riservati presenti nel libro di monsignor Gänswein – in particolare alcune osservazioni del papa emerito inviate a Bergoglio su un’intervista rilasciata a Civiltà Cattolica nel 2013 e in relazione ad Amoris laetitia, l‘esortazione post Sinodo sulla famiglia – andrebbero a scalfire il giuramento di fedeltà fatto da Ratzinger a Francesco (che invece l’emerito aveva rispettato) e violerebbero il dovere di riservatezza che pure lo stesso Gänswein aveva nei confronti di entrambi visto la funzione che ricopriva nella curia vaticana.

Per Ivereigh, in ogni caso, il libro non contiene rivelazioni particolari. La sensazione generale è che dalla vicenda emerga, oltre a un aspetto pubblico inerente alla crisi della chiesa, anche uno privato, in cui il vero protagonista non è più Ratzinger ma lo stesso monsignor Gänswein. […]

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