[…] Il World Congress of Families si inserisce infatti nella dinamica delle culture war globali. L’esportazione di un modello tipicamente statunitense e conservatore-protestante di confronto sociale in cui la battaglia sociale si combatte in primis sul piano delle norme e della repressione dell’apparato statale e non sul piano culturale. Questo modello d’ingaggio, tipicamente statunitense si è, del tutto casualmente, imbattuto nelle profonde trasformazioni teologiche e politiche che avvenivano in Russia e nella Chiesa ortodossa russa. Ne è nato un mix unico che sulla sua strada ha poi incontrato quello che nell’ultimo quaderno della Civiltà Cattolica è definito come “l’ordine mondiale illiberale”. […]

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