Mentre scrivo questa pagina, leggo, su La Civiltà Cattolica, padre Etienne Perrot, che, circa l’Europa, ricorda un passo di Habermas: «nella modernità culturale, la ragione viene privata della propria esigenza di validità e assimilata a mero potere».

Sta forse in questa logica di «mero potere» la motivazione del disinteresse in cui è caduto il viaggio in Africa di papa Francesco? Sta cioè nell’ostentazione europea di una sicurezza ancora chiusa nella propria roccaforte, ovvero o insieme, specie per quanto riguarda l’Italia, siamo di fronte alla solita fuga dei media – e della politica – dalla grande complessità del mondo?

Il viaggio si è concluso senza essere stato né adeguatamente rappresentato, né capito. I giornalisti c’erano ed erano, naturalmente, tutti bravi. Ma basta dare un’occhiata alle home page dei principali siti d’informazione per notare come la copertura dell’evento sia risultata contenutissima. L’Africa – si sa – non fa notizia. Ma allora perché sobbarcarsi le spese non irrilevanti di un inviato al seguito?  Solo perché al Vaticano è meglio non dire no?

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