Un po’ sottovalutato, un po’ non capito per la complessità del tema, tra poco comincia il sinodo sulla sinodalità. Un evento epocale. Proseguirà in tutte le Chiese territoriali del mondo e si concluderà nel ’23. Ma cosa vuol dire? Cosa sta cominciando? Cosa cambia per noi e per la Chiesa? L’obiettivo è cambiare tutto. Facile a dirsi, importante a capirsi. E non basta dire che “sinodo vuol dire camminare insieme”. Non basta perché non vogliamo capire. […] Mentre – poco notata – nelle nostre parrocchie sta nascendo una chiesa laicale, cioè dove i laici possono svolgere tante funzioni prima loro precluse, compresa l’amministrazione parrocchiale e includendo anche un ruolo prima non previsto e non codificato per le donne, la sinodalità modella questa Chiesa missionaria e in uscita. E anche qui ne troviamo una traccia chiarissima già nella famosa intervista che Francesco concede al direttore de La Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro: “Si deve camminare insieme: la gente, i vescovi e il Papa. La sinodalità va vissuta a vari livelli. Forse è il tempo di mutare la metodologia del Sinodo, perché quella attuale mi sembra statica. Questo potrà anche avere valore ecumenico, specialmente con i nostri fratelli ortodossi. Da loro si può imparare di più sul senso della collegialità episcopale e sulla tradizione della sinodalità”.[…]

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