[…] L’etno-nazionalismo che sostiene il trumpismo è un problema teologico e religioso non solo per gli evangelicali bianchi, che sono il blocco elettorale che sostiene Trump apertamente e ufficialmente, ma ora anche per i cattolici. Questo apre scenari inediti. Dal punto di vista interno, la leadership episcopale cattolica è paralizzata da un vuoto di autorità creatosi anche a causa della crisi degli abusi sessuali. Diversa è la situazione dei rapporti internazionali tra il cattolicesimo statunitense e il Vaticano. Nel maggio 2017 Donald Trump andò in udienza da papa Francesco e in questi ultimi due anni non si è fatta attendere la risposta di Roma alla traiettoria di “America first”. Nel luglio 2017, “Civiltà Cattolica” (la rivista dei gesuiti che viene vistata in Vaticano prima della pubblicazione di ogni numero) si pronunciava con un articolo co-firmato dal direttore e intimo di papa Francesco, padre Antonio Spadaro SJ, sull’ecumenismo dell’odio tra cattolici e protestanti in America. Un anno dopo, nel luglio 2018, con le medesime firme e sulla stessa rivista, compariva un altro articolo di critica alla “teologia della prosperità” di origine americana. Nel numero di fine aprile 2019 si trova un articolo di Jean-Claude Hollerich, gesuita, arcivescovo di Lussemburgo e presidente delle conferenze episcopali europee, che rappresenta uno dei più forti richiami nella storia del cattolicesimo recente alla responsabilità dei cattolici per il futuro dell’Europa in termini di rigetto dell’etno-populismo cristiano di provenienza americana (Bannon) e russa (Dugin). Scrive Hollerich:

Un cristianesimo autoreferenziale rischia di veder emergere punti comuni con questa negazione della realtà e rischia di creare dinamiche che alla fine divoreranno il cristianesimo stesso. Steve Bannon e Aleksandr Dugin sono i sacerdoti di tali populismi che evocano una falsa realtà pseudo-religiosa e pseudo-mistica, che nega il centro della teologia occidentale, che è l’amore di Dio e l’amore del prossimo.

Ma non è solo la rivista dei gesuiti a farsi sentire. […]

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