Nella lettera enciclica Ad Coeli Reginam, papa Pio XII parla di Maria come Madre del Capo, Madre dei membri del Corpo mistico, sovrana e regina della Chiesa, partecipe della regalità di Gesù. Scrive il Pontefice: «Fin dai primi secoli della chiesa cattolica il popolo cristiano ha elevato supplici preghiere e inni di lode e di devozione alla Regina del cielo, sia nelle circostanze liete, sia, e molto più, nei periodi di gravi angustie e pericoli».
Coloro che credono sono consapevoli di vivere un mistero e non finiscono mai di approfondire il senso della loro fede. La loro riflessione non è soltanto individuale; essa è stimolata e aiutata dalla riflessione della Chiesa. In questo sforzo di riflessione è importante ritornare alla fonte: all’origine della fede cristiana si trova la fede di Maria.
Ma come raccontare questa «origine»? Chi può meglio di altri raccontare tutti gli aspetti della Beata Vergine Maria? Un teologo? Un mistico? Un poeta? Oppure semplicemente un vero devoto? Dante Alighieri era tutte queste cose insieme, e la sua Divina Commedia è un magnifico compendio di intensa spiritualità mariana.
La dottrina e la spiritualità mariane hanno avuto i loro sviluppi nella storia della Chiesa, ma sempre a partire dal Nuovo Testamento. I Padri della Chiesa hanno arricchito questa dottrina, tracciando un «filo azzurro» che va da Ignazio di Antiochia a Ireneo di Lione, da Atanasio di Alessandria a Efrem il Siro, a Romano il Melode e a molti altri, fino ai grandi del Medioevo.

Negli Esercizi Spirituali, Ignazio di Loyola si riferisce a Maria con l’espressione affettuosa e teologicamente ricca di Madre y Señora nuestra. Il colloquio con Maria è spesso il primo dei «triplici colloqui» proposti a conclusione delle meditazioni e contemplazioni. Sulla scia di Ignazio, molti gesuiti hanno scritto sulla Beata Vergine Maria. Da san Roberto Bellarmino a Francisco Suárez, da Giovanni Pietro Pinamonti a Placido Nigido, fino ad arrivare a oggi e agli articoli raccolti in questo volume, ognuno dei quali restituisce un ritratto spirituale, teologico, poetico, artistico, di colei che va e viene «negli spazi a noi invalicabili».
«Vergine Madre della grazia/ stendi ancora il tuo velo/ ai campi devastati;/ sola terra intatta,/ ritorna a partorire subito/ e sempre, in mezzo al grano/ al limite dissacrato delle selve».
David M. Turoldo
Il volume «MARIA» include i contributi di Jean Galot S.I., Ignace de la Potterie S.I., Friedhelm Mennekes S.I., Giovanni Marchesi S.I., Piersandro Vanzan S.I., Ferdinando Castelli S.I. e una presentazione firmata da Enrico Cattaneo S.I.
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