
Il 3 ottobre si è conclusa a Cracovia, in Polonia, l’assemblea plenaria autunnale 2025 della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Si tratta della prima volta che una sessione plenaria dell’organismo pontificio si svolge al di fuori di Roma dalla sua istituzione nel 2014. Allo stesso tempo, rappresenta un ritorno in Polonia per la Commissione, che quattro anni fa, in collaborazione con l’episcopato polacco, aveva organizzato a Varsavia un’importante conferenza internazionale dedicata alla salvaguardia dei minori e degli adulti vulnerabili nelle Chiese dell’Europa centro-orientale.
La scelta della Polonia è stata dettata dalla volontà di proseguire il cammino sinodale di protezione avviato insieme alla Chiesa polacca nel 2021. I lavori si sono aperti in un luogo dal forte valore simbolico per l’intera nazione: il Santuario di Łagiewniki. L’assemblea, iniziata il 29 settembre, ha riunito esperti internazionali nel campo della tutela e rappresentanti regionali, incaricati di portare avanti il mandato della Commissione, in conformità con l’articolo 78 della Costituzione apostolica Praedicate Evangelium. Hanno preso parte all’incontro tutti i membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori; tra loro, oltre a esperti – religiosi e laici – erano presenti anche alcune persone che in passato hanno subito abusi.
Nel suo primo discorso come presidente della Commissione, l’arcivescovo Thibault Verny ha sollecitato un rinnovato e prioritario impegno verso la tutela come espressione imprescindibile dell’identità e della missione della Chiesa. La sua visione si articola su quattro obiettivi strategici: la promozione di una cultura universale della tutela e di un linguaggio comune nelle Linee Guida Universali (Ugf); il potenziamento delle reti regionali, attraverso il Rapporto Annuale sulle Politiche e le Procedure della Chiesa per la Tutela e il rafforzamento del dialogo con le istituzioni civili. Pur riconoscendo i progressi, Verny ha insistito sulla necessità di ascoltare le vittime, di promuovere la trasparenza e di realizzare sistemi di responsabilità. «Non dobbiamo dare per scontato il fatto di essere al sicuro dal rischio di ulteriori abusi – ha affermato l’arcivescovo Thibault Verny – solo perché abbiamo pubblicato delle linee di azione e creato degli uffici».
Il quadro delle Linee Guida Universali ha ricevuto notevole attenzione grazie alle presentazioni dei risultati dei progetti pilota in Zimbabwe, Tonga, Polonia e Costa Rica, oltre a un significativo processo di ascolto sinodale. L’assemblea ha esaminato la bozza finale delle linee guida, integrando riflessioni teologiche e canoniche.
Il secondo Rapporto Annuale sulle Politiche e le Procedure della Chiesa per la Tutela, riferito al 2024, è stato pubblicato oggi, 16 ottobre, in cinque lingue. Il Rapporto continua la sua esplorazione della giustizia riparativa e della guarigione che deriva dall’imperativo teologico della conversione, radicato nei concetti di verità, giustizia, riparazione e riforma istituzionale.
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