Alle proteste giovanili, sulla cresta dell’onda tunisino-egiziana, il regime libico ha reagito con violenza inaudita contro i civili. La Corte Penale Internazionale ha iniziato un’indagine «per crimini contro l’umanità dallo scorso 15 febbraio». Bengasi, capitale della Cirenaica, guida la rivoluzione. E la Libia fronteggia una secessione di fatto. Le tribù e le forze armate fedeli a Gheddafi, meglio armate e sostenute da mercenari, cercano di riconquistare le infrastrutture petrolifere, anche mediante attacchi aerei e cannoneggiamenti contro i civili. La comunità internazionale, oltre a sanzionare il regime, desidera che Gheddafi e la sua famiglia si facciano da parte. Ma prima di aleatori interventi armati, c’è bisogno di evacuare decine di migliaia di fuggiaschi oltre confine, fornire assistenza umanitaria ai libici, scongiurare una carneficina e favorire una tregua permanente.
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