Per diversi aspetti il cosiddetto «nuovo ateismo» non è affatto nuovo: il Dio che viene respinto è immaginato come una sorta di oggetto che sta al di fuori, oppure come una spiegazione superflua delle cose, o come un elemento ingombrante. La polemica dei «nuovi atei» contro la fede religiosa si svolge su due fronti: l’irrazionalità o falsità di tutta la verità religiosa, e una veemente protesta morale contro i crimini commessi dalla religione. Contro questa posizione, l’Autore presenta le argomentazioni di Alister McGrath, il quale cerca di mostrare che la scienza non è contraria alla fede, né può prendere il posto della fede. L’Autore aggiunge ulteriori considerazioni teologiche, facendo riferimento al pensiero di Newman, alla «teologia negativa» e all’iniziativa, presa da Benedetto XVI, del «cortile dei gentili». L’Autore è professore emerito di Teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma.
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UNA RIVISITAZIONE DEL «NUOVO ATEISMO»

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