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Uno degli architetti più influenti di oggi, l’autodidatta giapponese Tadao Ando (1941, Osaka) è maestro in paradossi. Le sue opere mescolano semplicità e mistero, globalizzazione e radici, materia morta e personalità, razionalità e natura selvaggia.
Le cappelle da lui progettate, prima ancora di essere definite dalla loro funzione liturgica come edifici esplicitamente religiosi, sono intrinsecamente religiose per l’atmosfera contemplativa. In esse Ando colloca una croce: non come segno rappresentativo che si può decifrare, ma come simbolo espressivo che si deve interpretare. In un modo specifico per l’architettura, egli ne estende il significato cristiano originale, per dare al simbolo un significato universale.