La guerra che Stati Uniti e Gran Bretagna stanno preparando contro l’Iraq viene qualificata come guerra «preventiva» e quindi «difensiva». L’editoriale, dopo aver precisato il senso di «guerra preventiva», rileva che i pericoli che Saddam Hussein fa correre agli Stati Uniti e ai loro alleati non sono così gravi e imminenti da richiedere una guerra che li prevenga. Il motivo di fondo per un eventuale attacco pare essere piuttosto la posizione geopolitica che l’Iraq occupa nell’area medio-orientale, a motivo delle sue immense risorse petrolifere: poter accedere liberamente a tali riserve — ciò che oggi Saddam Hussein non permette — è d’importanza vitale per l’economia degli Stati Uniti. L’editoriale esamina quindi il problema della guerra preventiva sia sotto il profilo del diritto internazionale sia sotto il profilo morale, concludendo con un «No alla guerra», in conformità con quanto affermano sia il Papa, sia l’episcopato degli Stati Uniti.
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NO A UNA GUERRA «PREVENTIVA» CONTRO L’IRAQ
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