A due secoli dalla nascita di Edgar Allan Poe (19 gennaio 1809) l’articolo tenta di scoprirne l’anima mediante l’analisi di alcuni suoi racconti particolarmente significativi. In essi il lettore viene a trovarsi in un mondo attraversato da incubi e da allucinazioni, dall’angoscia e dal terrore. Osservandolo attentamente si scopre che esso è dominato dallo «spirito di perversità» che si annida nel cuore umano. Secondo Poe, facciamo il male per amore del male, violentiamo la nostra natura. Egli descrive bene la situazione di peccato presente nell’essere umano. Simbolo ne è il gatto nero: lo amiamo e lo odiamo, lo scacciamo e torniamo a cercarlo. Poe spirò dicendo: «Il Signore venga in aiuto della mia anima».
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«L’ANGELO DECADUTO CHE RICORDA IL CIELO». EDGAR ALLAN POE

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