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ABSTRACT — Noi viviamo in una «cultura di seduzione», dove contano soltanto le apparenze. Dopo la caduta delle grandi utopie dell’epoca moderna – capitalismo e socialismo –, un senso di delusione ha infatti riempito gli spazi della società postmoderna. Davanti al vuoto dell’interiorità e alla perdita della dimensione trascendente della vita, che ci fanno sentire orfani, sono sorti due grandi progetti vani per incantare di nuovo il mondo: il consumismo e il divertimento (il passatempo, la distrazione).
In questa cultura della seduzione, conta soltanto quello che percepiscono i sensi; perciò si coltivano le apparenze, si antepone il sembrare all’essere. Per questo, niente è lasciato al caso. Ogni senso viene studiato minuziosamente, per essere sedotto con effetti speciali, che sembrano usciti dal cesto di un mago. Ci ingannano e ci accecano abbagliandoci.
Ma, oltre alla seduzione del mondo, c’è anche quella di Dio: infatti, lo Spirito opera anche in questa cultura, per creare l’umanità nuova. Non è finito l’amore di Dio per questo mondo. Se evangelizziamo i nostri sensi, potremo percepire le dimensioni più profonde della realtà.
Ora, ci sono due modi fra loro inseparabili per incontrare Dio: la «mistica degli occhi chiusi» ci mette in relazione con questo incontro continuo con il Tu inesauribile nel quale rimaniamo (cfr Gv 15,1-17), perché «il centro dell’anima è Dio», come dice san Giovanni della Croce. La «mistica degli occhi aperti» ci consente di contemplare Dio come l’ultima verità di tutta la realtà: del bello e del rovinato, di ciò che muore e di ciò che nasce, delle vittime e dei Caino, dei nostri e dei diversi da noi.
Immersi come siamo nella cultura della seduzione, abbiamo bisogno di purificare i nostri sensi, ricorrendo agli opportuni rimedi, soprattutto alla contemplazione di Gesù, che ci insegna a vivere in pienezza la nostra vita. La nostra sfida non è dunque fuggire dalla realtà, ma avvicinarci ad essa con tutti i nostri sensi ben aperti per guardare e contemplare, per dissolvere le scorie delle apparenze seducenti, e vedere, sentire e gustare la realtà, percependo nel più profondo di essa la presenza attiva del Dio che ci ama con una creatività infinita, perché ci incontriamo con lui e operiamo insieme per il suo regno.
Questa è la sfida centrale della mistica degli occhi aperti. Scoprire Dio presente e attivo là dove apparentemente non può stare in alcun modo e la sua assenza sembra più clamorosa.